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Cheratite superficiale

Cane

Per cheratite superficiale cronica o “panno corneale” si intende una particolare condizione, completamente diversa dai comuni processi infiammatori, probabile conseguenza di una eccessiva esposizione ai raggi solari.

Si tratta di un’oculopatia che nella maggior parte dei casi colpisce entrambi gli occhi, è progressiva e non ulcerativa, che compare nel cane di tutte le razze, in particolar modo nel Pastore Tedesco o Belga, nei Greyhounds e negli incroci di queste razze.

Consiste in una cheratite superficiale cronica che colpisce la congiuntiva e la cornea, lo strato sottile e trasparente che ricopre la porzione anteriore e centrale dell’occhio che permette il passaggio della luce verso le strutture più interne.

L’ipotesi più probabile è che si tratti di una patologia immunomediata scatenata da fattori ambientali, in particolare raggi UV. La cornea possiede specifici antigeni tissutali che possono subire modificazioni in seguito a fattori esterni (raggi ultravioletti) che provocano un’alterazione dell’antigenicità della cornea e una conseguente infiammazione cellulo-mediata.

Dal punto di vista clinico le fasi evolutive sono caratterizzate:

  • da una iniziale vascolarizzazione che tende ad estendersi dal limbo verso il centro della cornea;
  • dalla successiva organizzazione e pigmentazione (panno corneale) della parte di cornea coinvolta nel processo patologico. A questo punto è possibile notare scolo mucopurulento, arrossamento congiuntivale e corneale e lieve segno di dolore.

Diagnosi e terapia

La diagnosi si basa sul quadro clinico caratteristico, sul suo decorso e sulla razza del cane. La terapia è a base di steroidi locali e ciclosporina, spesso in associazione. La prognosi varia in base al quadro clinico iniziale: più è estesa l’opacizzazione e sviluppata la pigmentazione, minori sono le possibilità di una completa ripresa funzionale. La vascolarizzazione di solito regredisce nell’arco di una o due settimane di terapia, ma esistono variazioni legate alla risposta individuale ed a fattori ambientali (ad esempio, l’esposizione alle radiazioni ultraviolette solari). In generale la prognosi è favorevole per il mantenimento della funzione visiva o, nei casi gravi, per un suo parziale recupero, ma a condizione che la terapia sia applicata con costanza, senza interruzione e, di solito, per anni o per tutta la vita. Senza terapia l’area di lesione invade progressivamente tutta la cornea, determinando un grave deficit della funzione visiva, anche se può residuare una piccola porzione di tessuto trasparente in posizione dorso mediale in prossimità del limbo .